Si è svolto oggi a Vibo Marina un incontro organizzato dal coordinamento nazionale giovani Udc. Diverse facce conosciute in platea, accolte dai membri del partito e da Marco Martino, fresco di nomina. Ecco le opinioni e gli umori degli ospiti, tutti sulla linea del “Si”, o quasi.
Il “Si” al referendum arriva unanime dal convegno dell’Udc, con
qualche piccola eccezione. Un incontro con lo scopo di sensibilizzare
l’opinione pubblica contro l’astensionismo, quello di oggi pomeriggio,
avvenuto all’Hotel Cala del Porto di Vibo Marina.
Al meeting organizzato dai centristi, che ha visto una discreta
partecipazione, erano presenti diversi esponenti locali, da Gaetano
Bruni a Stefano Luciano, presidente del consiglio comunale, da Mino De
Pinto dell’Udc di Vibo Marina, alle delegazioni provenienti da altre
province. Una platea composta anche da qualche volto noto della politica
locale, come i consiglieri della federazione formata da Alleanza per
Vibo e Vibo Unica, o il coordinatore cittadino Bruno Greco, oltre ai
cittadini intervenuti.
A moderare l’incontro è stato Michele Guerrieri, portavoce nazionale
dei giovani dell’Udc, mentre a fare da padrone di casa è stato Marco
Martino, coordinatore nazionale dei giovani fresco di battesimo. «Non si
poteva restare indifferenti di fronte ad un tema così delicato come il
referendum sulle trivellazioni. Il partito seguirà la linea del “Si”,
fortemente. Ma una cosa è fondamentale, sopra tutte: andare a votare.
Non bisogna seguire gli slogan sull’astensionismo, piuttosto le nostre
coscienze. È una scelta per il territorio, per preservare i nostri mari
salvaguardando l’ambiente», ha detto Martino.
Per un punto di vista più tecnico, sono stati invitati Giuseppe
Paolillo del Wwf Calabria e Francesco Basile, esperto di ingegneria
idraulica, mentre per una rappresentanza “territoriale” era presente
Luigi Saeli, presidente della Pro loco di Vibo. «La Terra non può più
sopportare l’estrazione di combustibili fossili, né si può pensare che
le riserve durino in eterno. Siamo come un diabetico che ha solo dello
zucchero a disposizione, che consapevolmente mangia sapendo di rischiare
di morire. Ecco noi inquiniamo sapendo che c’è un problema da non
sottovalutare, ovvero l’effetto Serra. Bisogna votare Si, evitare
ulteriori trivellazioni e puntare tutto sulle forme di energia
rinnovabili e ecosostenibili», ha detto Paolillo.
Sulla stessa linea anche Basile, che ha elencato cifre e numeri sulle
trivellazioni, spiegando passo passo i vari punti del referendum. Non
prima, però, di aver lanciato un appello. «Astenersi, seguire i messaggi
che invitano a non presentarsi domenica alle urne, non si possono
condividere. È anche, e forse soprattutto, con i referendum che l’Italia
è stata formata. Bisogna lanciare un messaggio forte alla nazione, io
farò del mio andando a votare Si», ha asserito.
Unica voce fuori dal coro quella di Giovanni Di Bartolo, presidente
regionale e portavoce nazionale della consulta studentesca. Voterà “No”,
perché crede che si possa migliorare il sistema apportando più
controlli sulle trivellazioni. «In Italia?», ha detto Paolillo citandolo
nel suo discorso. Bollandolo come discorso utopico ma apprezzabile
sotto un punto di vista: anche se l’idea differisce, farà comunque parte
di chi è andato a votare, al contrario degli astenuti.
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